L’amore per l’Australia è davvero sconfinato! Tra gli appassionati di viaggi non c’è nessuno che non sogni di fare – almeno una volta nella vita – un viaggio alla scoperta di questa terra affascinante e lontana chiamata Australia. Per qualcuno, invece, questo sogno si è già realizzato, come è successo a Patrizia e Matteo, travel blogger bresciani d’origine ma globtrotter nell’anima, partiti nel 2016 per la terra dei canguri dove sono rimasti 10 mesi. Scopriamo insieme come è stata la loro avventura!
Ciao! Siamo Matteo e Patrizia, compagni di viaggio e di vita da 7 anni. Bresciani, laureati in Turismo (Matteo) e Chimica (Patrizia), diamo sfogo alla nostra più grande passione sul travel blog Scatti e Bagagli, nato nel 2015, dove condividiamo gli scatti migliori dei nostri viaggi in giro per il mondo accompagnandoli a consigli e informazioni. Il nostro primo viaggio insieme è stato a Parigi, nel 2011, e da lì non ci siamo più fermati!
1. Come mai avete scelto l’Australia?
MATTEO: Siamo partiti per questa grande avventura spinti da diverse motivazioni, prima fra tutte la passione per i viaggi che da sempre ci lega a cui si aggiunge il desiderio, da troppo tempo chiuso nel cassetto, di esplorare un paese tanto lontano e affascinante. Ma la spinta più grande è venuta da Patrizia che nutre una grandissima passione per i koala e voleva venire a contatto con questi teneri animali. La scintilla che ci ha fatto prendere un biglietto di sola andata è stata la possibilità di svolgere un’esperienza di volontariato di un mese presso il Port Macquarie Koala Hospital, unico ospedale al mondo dedito alla cura dei koala malati o feriti!
2. Come vi siete organizzati per la partenza (visto, città, tipo di esperienza)?
PATRIZIA: La nostra meta iniziale è stata appunto Port Macquarie, cittadina situata circa 400 km a nord di Sydney. Siamo partiti con il Working Holiday Visa avendo prenotato solamente la prima settimana in ostello a Port Macquarie, appunto, e abbiamo fatto poi tutto sul posto adattandoci quasi all’istante al famoso atteggiamento “easy-going” degli australiani.
Nel giro di una settimana abbiamo: sbrigato la poca burocrazia richiesta (apertura del conto bancario, richiesta del TFN, assicurazione sanitaria “Medicare”), trovato sistemazione in un altro ostello che offre la possibilità di soggiorni a lungo termine e Matteo ha pure trovato lavoro nella raccolta di mirtilli in una farm della zona. Nel frattempo io esaudivo il mio sogno al Koala Hospital.
3. Primo impatto con l’Australia: cosa avete pensato?
La prima cosa che abbiamo pensato? Di essere atterrati su un altro pianeta! Già dopo i primi momenti passati sul suolo australiano ci si rende conto di essere arrivati in un paese diverso da ciò a cui siamo abituati. Spazi immensi. Colori brillanti e un cielo di un blu mai visto prima. Profumo di gumtree mai sentito prima, indescrivibile a parole. Versi di animali decisamente nuovi, uno su tutti il Kookaburra. La sensazione che l’uomo non riesca a controllare la natura ma che sia ancora lei a farla da padrona.
4. Come è proseguita la vostra avventura?
L’avventura si è sviluppata in un modo assolutamente imprevisto. L’idea con cui eravamo partiti dall’Italia era di trascorrere il primo mese a Port Macquarie e poi trasferirci a Melbourne, trovare un appartamento in affitto e lavorare nel campo dell’hospitality evitando di fare le farm. Ovviamente non abbiamo fatto niente di tutto ciò!
Dopo aver parlato con i tanti ragazzi conosciuti in ostello abbiamo deciso di comprare un furgone camperizzato, il nostro amato Arthur, e viaggiare alla scoperta di questo immenso paese!! Abbiamo percorso in totale 25.000 km, attraversando città e paesaggi incredibili. I nostri occhi si sono abituati a spazi ben più ampi, aperti ed intatti. La vita in van richiede uno stile essenziale, infatti ci siamo resi conto di quanto spesso ci si circonda di oggetti o abitudini inutili. Abbiamo preferito circondarci di persone, conoscenze e amicizie con le quali abbiamo condiviso esperienze uniche.
5. Qual è il posto dove dove avete lasciato il cuore?
È praticamente impossibile individuarne uno solo, abbiamo lasciato pezzi di cuore sparpagliati ovunque… un pezzo l’abbiamo lasciato al Wilsons Promontory, il punto più a sud dell’Australia continentale, dove seduti su rocce levigate dal tempo abbiamo ammirato le razze nuotare in acque limpidissime. Un altro pezzo davanti ad Uluru, quando l’abbiamo visto infuocarsi colpito dai raggi del sole al tramonto. Un altro ancora nelle piscine naturali del Litchfield National Park, dove è stato un piacere immergersi dopo giorni di viaggio nel deserto.
6. 5 posti da non perdere assolutamente, secondo voi?
I posti da non perdere sarebbero ben più di 5, ma la nostra top 5, in ordine casuale, è: Whitehaven Beach, Wilsons Promontory National Park, Uluru-Kata Tjuta National Park, Sydney, Litchfield National Park. Non è giusto, però, che si debba escludere dalla top 5 la Great Ocean Road, le spiagge di Jervis Bay o le terme di Mataranka!
7. La vita in Australia è tanto diversa da quella in Italia? Se sì, in che cosa lo è?
Si, è decisamente diversa. Una delle prime cose che abbiamo notato, e apprezzato, è il fatto che la gente non si lamenta. Abbiamo sempre incontrato persone sorridenti e disponibili. Probabilmente hanno veramente poco di cui lamentarsi. L’economia va alla grande, il lavoro non manca e gli stipendi sono molto alti. La paga minima, per qualsiasi lavoro, ti permettere di vivere tranquillamente.
Essendo isolati geograficamente sembra quasi di vivere in una bolla e quello che succede fuori dall’Australia influisce solo marginalmente sulla vita degli australiani. Questo può essere un pro o un contro. E lo stesso avviene anche in senso opposto: raramente, infatti, ci giungono notizie di ciò che succede in Australia.
Il loro stile di vita è riassumibile nell’espressione “easy-going”. Sicuramente il clima e il fatto di trovarsi nella maggior parte dei casi in città che si affacciano sull’oceano ha un effetto positivo sull’umore.
Altre differenze immediatamente percepibili sono l’immensità degli spazi e la natura incontaminata che si incontra non appena ci si allontana dalle città.
8. Avete incontrato qualche difficoltà nel corso della vostra avventura?
Le difficoltà principali sono state legate al nostro van. Avendolo comprato sull’onda dell’entusiasmo e non essendo esperti meccanici non ci eravamo accorti che aveva qualche problemino. Era pur sempre un Volkswagen del 1997 con 300.000 km. Ci ha lasciato a piedi qualche volta, la più grave in pieno deserto quando abbiamo perso tutto l’olio del motore. Per fortuna avevamo fatto l’assicurazione Road Side Assistance che ci ha letteralmente salvato. Sono venuti a recuperarci con il carro attrezzi e ci hanno portato al meccanico più vicino (70km). Abbiamo atteso 3 giorni che il pezzo da sostituire arrivasse da Sydney e siamo ripartiti. Ora siamo meccanici decisamente più esperti! E se dovessimo acquistare un altro mezzo lo faremmo con più attenzione. Il nostro Arthur è stato comunque un grandissimo compagno di viaggio: considerata l’età, qualche acciacco in un viaggio di 24.000 km era da metterlo in conto! 😉
9. Che cos’è che rende l’Australia così speciale?
Non è facile esprimerlo a parole, è qualcosa che andrebbe provato in prima persona, lo si respira nell’aria. La sensazione che in Australia si vive bene, da tutti i punti di vista, è qualcosa di cui si accorge quasi subito. Un rapporto con la natura unico e introvabile qui in Italia. Spiagge meravigliose. Città all’avanguardia, pulite e stimolanti. In alcune zone, come nella Gold Coast, un clima perfetto.
L’unico difetto è il fatto di trovarsi lontano da tutto. Per alcuni può anche essere un aspetto positivo ma a noi è ciò che è mancato di più. Se vuoi andare ovunque al di fuori dell’Australia devi mettere in conto tante ore di volo e non pochi soldi.
10. Convincete un/una ragazzo/a indeciso/a a partire per la terra dei canguri!
Se avete anche solo lontanamente il desiderio di staccare dalla routine e fare un’esperienza unica dall’altra parte del mondo, FATELO! Le parole con cui abbiamo descritto la nostra esperienza finora pensiamo siano già sufficienti a convincere a partire. Non preoccupatevi se non conoscete la lingua, è solo questione di tempo!
All’inizio soggiornate in ostello: conoscerete subito tanti ragazzi europei in viaggio come voi con cui potrete scambiarvi consigli e impressioni. È un’esperienza che ti apre la mente. Da quando siamo tornati lo stiamo dicendo a tutti, dovrebbe essere un’esperienza obbligatoria da fare finiti gli studi e prima di iniziare la vita lavorativa!
11. Pensate che tornerete un giorno in Australia?
Certamente! Ci manca tutto il Western Australia da scoprire!! Non sappiamo ancora se torneremo per un’altra esperienza lunga come quella che abbiamo fatto o solo per un viaggio, ma sicuramente torneremo! Il sogno è quello di arrivare a Darwin e viaggiare in campervan fino a Perth per raggiungere poi le spiagge di Esperance 😀
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